LA SORPRESA
1995
matita acquerello 20x30
BORGO SPIGHE
1990
matita acquerello 50x70
SERENO
1989
matita acquerello 70x100
LA NOIA
1988
matita acquerello 20x30
DESIDERIO IMPOSSIBILE
1995
matita acquerello 20x30
I PESCI DEL TRITTICO
1997
matita acquerello 35x95
BORGO NUVOLA
1994
matita acquerello 50x50
LA MEMORIA
1989
matita acquerello 45x60
LA DANZA DELLE NOTE
1989
matita acquerello 70x100
L'ISOLA DI VINCENT
1995
matita acquerello 20x30
TRITTICO DI ALTAMIRA
1995
matita acquerello 20x30
IL GERME DELLA VITA E’ QUI
A Palazzo Montalbo, Nei luoghi della storia, Fabrizio Costanzo presenta le Atmosfere incantate del suono e del colore come sinonimo di Weltashaaung, ri-creazione artistica, ri-generazione psico-fisica da cui le forme prendono vita.
Due sono le tematiche affrontate in questo luogo magico.
La prima, è riconducibile al limen della Porta di Ishtar che stabilisce la condizione ambivalente del mondo. Fuori la guerra e la corruzione, quelli che nel Medioevo avremmo definito “Gli effetti del cattivo governo” di martiniana memoria, un mondo infelice che “non semina e non coglie” e in cui vige l’inerzia. Dentro, il benessere, la coerenza e la convivenza tra i popoli. In questo magico mondo gli alberi esili - filiformi e verticalizzati - giocano con le geometrie arabescate pure e ritmiche e con le dune di luce, terra felice. Sono frame di un mito-racconto che s’inseriscono nel cerchio astrale della vita e che dialogano con le delicate cromie della natura. Su questo magico mondo si staglia un cielo blu oltremare, profondo e rassicurante, un mondo costruito con cura dove regnano l’ordine e l’armonia e l’uomo è il grande presente-assente. La luna, forma-simbolo di estrema purezza, da sola o in compagnia, vigilerà, rassicurando e dando coraggio, accompagnando la notte fino alle prime luci dell’alba.
L'altro aspetto peculiare della produzione di Fabrizio Costanzo, presentato nella mostra di Palazzo Montalbo, riguarda i tre graffiti acquerellati tratti da Pescatori di reperti, una grande opera in dieci pannelli dedicata ai Beni archeologici e prodotta a quattro mani con Francesco Pintaudi; un omaggio chiaro ed esplicito al luogo e al pregio storico-artistico che il monumento rappresenta. L’accezione, nel caso specifico, è l’azione ludica che ne consegue, la sdrammatizzazione della memoria che qui diventa frivola, leggera, disinvolta. Un segno-forma dei pesci “divertiti” che dialoga “impertinente” con la linea certosina dei reperti del passato, rendendo “vivi” questi ultimi. Un richiamo, hic et nunc, al linguaggio dell’arte contemporanea che non vuole essere irriverente nei confronti della storia ma piuttosto tende dipanarne il tempo vetusto in pillole leggere di simpatica ironia.
Nei Luoghi della Storia - TELE ONE - intervista di Elisa Giammona